L’Expo diventerà un’occasione per dare all’Italia un’identità molto forte per chi vorrà stabilire con il nostro Paese un rapporto.
Mi convince la ricerca, che ho visto avvicinarsi all’obiettivo, di dare un’anima a questa manifestazione, non solo all’Expo in generale ma al padiglione italiano.
Quando andai a Shanghai, il quarto padiglione più visto era quello italiano. Che impressione mi è rimasta? Che il padiglione italiano era una bella costruzione, sostanzialmente un’esposizione dei nostri prodotti: un ulivo, la pasta, il vino, la Ferrari, la Vespa, e non continuo. Sono uscito dal padiglione chiedendomi se fosse giusto fare così, era in pratica un padiglione dell’Ice (Istituto per il commercio estero). In Cina piaceva un padiglione così. Nel padiglione francese invece non c’erano prodotti francesi, solo foto della cinematografia transalpina degli anni Cinquanta. Idem in quello spagnolo, dove c’erano immagini e riproduzioni di corride. Ecco, secondo me serve qualcosa che parli all’immaginario, nel mondo d’oggi l’anima è più importante del ‘che cosa’, perchè viene un attimo prima.