« Non siamo affatto nel caos, ma dobbiamo finirla di dare al Paese uno spettacolo che non ci onora: questo tormentone ci umilia».
E’ quanto ha detto il segretario del PD Guglielmo Epifani al dibattito che si è tenuto domenica 22 settembre in chiusura della festa del partito al Palaconad di Modena.
Il direttore de L’Espresso, Bruno Manfellotto, ha subito puntato l’attenzione sulla direzione nazionale del PD dove è stata decisa la data del congresso «che – ha detto Epifani – quella resta e quella sarà», e dove è stato scritto un documento dove il principio che riguarda la separazione tra il candidato premier e il segretario c’è ed è stata approvata, benchè non confermata nello statuto.
“Non è vero che in Europa si fa così – ha proseguito –, In Germania lo sfidante della Merkel non era il segretario dell’SPD. E quando Hollande ha vinto segretario del PSF era Martine Aubry, che ha fatto le primarie e le ha perse”.
“Smettiamo di legare una proposta di buon senso alla convenienza di questo o quel candidato – ha tenuto infine a precisare il segretario democratico -. Quando ho fatto questi ragionamenti non c’era ancora nessun candidato. E’ una proposta di buon senso e tale resta”.
Epifani ha poi ammesso che «il primo a non poterne più di regole e sub regole è proprio il sottoscritto». La fine dell’automatismo fra segretario del Pd e candidato premier «si può risolvere se i candidati alle segreteria sottoscrivessero e si impegnassero a non essere candidati alla leadership una volta eletti, così si risolverebbe quel problema».
Il segretario non ha mancato di parlare delle difficoltà del governo, al quale ha chiesto più equità: «Su una cosa noi non saremo mai d’accordo che non si usino le scarse risorse in favore di chi sta peggio. C’è una parte del paese che sulle prime case può pagarsi l’Imu, se esenti tutti e fai aumentare l’Iva, che è un’operazione contro la crescita, pagano anche pensionati, precari, lavoratori. Saccomanni e il governo – ha detto – hanno la nostra fiducia, l’unica cosa che chiedo loro di non fare è il Robin Hood al contrario».
E poi la difficile situazione dell’economia: «Abbiamo margini di manovra ristretti e il governo, non solo Saccomanni, se vuole attuare delle misure deve trovare dei finanziamenti adatti». Il segretario ha poi sostenuto che il governo dovrebbe essere più esplicito con il parlamento e con gli italiani su cosa esattamente vuole fare, su quanto queste misure costerebbero e dove poter trovare le risorse necessarie per attuare i propri progetti.
«Il passaggio chiave è la legge di stabilità: se si trova un accordo sulla legge di stabilità allora forse può andare avanti, se non si trova allora il governo entra in sofferenza – ha proseguioto Epifani – Bisogna vedere se il centrodestra intende avere la nostra stessa idea di governo di servizio ed intende cooperare o se vuole fare una campagna elettorale, non possiamo accettare che ogni giorno da parte loro ci sia un ricatto, una minaccia, questo non è un modo serio di tenere in vita un governo di servizio. Enrico Letta sa bene quale può essere il chiarimento necessario: non puoi tenere in piedi un governo che ogni giorno ha una via crucis, c’è un limite oltre il quale non si può andare avanti».
(Pubblicato dallo staff)