Avevamo festeggiato Pietro Ingrao alla Camera in occasione dei suoi 100 anni. Lui ci aveva seguito da casa, perché da tempo non usciva più pur mantenendo la sua lucidità e la sua curiosità intellettuale e umana. Ora che se ne è andato resta il grande vuoto che solo i nostri grandi vecchi sono stati capaci di trasmettere.
Un’assenza che è piena di tante cose: una vita lunga come un secolo tra la vigilia della grande guerra e il mondo di oggi fatta di passione civile e politica, di ruoli importanti nella storia del comunismo italiano, di una fede incrollabile nella forza di trasformazione della sinistra sia in Italia da parte dei movimenti sociali di giovani e degli operai, sia sul piano internazionale da parte dei movimenti di liberazione contro lo sfruttamento e il colonialismo.
La poesia come modalità di espressione tra i suoi sentimenti e il mondo di fuori appartiene solo a lui, non ricordo uomini politici di questo livello in grado di fare la stessa scelta. Anche per questo è ed è stato tanto amato e rispettato.