No a blocco licenziamenti selettivo, proroga per tutti

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Articolo pubblicato su ADNKRONOS il 19 febbraio 2021

“Blocco dei licenziamenti selettivo? No,  bisogna prorogare il blocco per tutti lavoratori“. Lo dice ad Adnkronos Labitalia, Guglielmo Epifani, deputato di Leu. “Meglio la proroga del blocco per tutti i lavoratori – aggiunge – e nel frattempo bisogna dare vita a un sistema di riqualificazione dei lavoratori che rischiano il lavoro. Bisogna usare il blocco per pandemia per costruire un sistema di politiche attive”.

Secondo Epifani infatti “qualora fosse fatto venir meno il blocco dei licenziamenti, questo darebbe un’accelerata molto pesante alla disoccupazione“.

“Draghi dovrà scegliere – sottolinea l’ex segretario della Cgil – e sarà inevitabile rinnovare il blocco anche se non potrà essere ad libitum e bisognerà accompagnarlo con investimenti nella formazione e nella riqualificazione dei lavoratori”.

Epifani spiega che “il periodo più delicato del governo sarà quello di qui a un anno, quando si cominceranno a sentire gli effetti del Pnrr e la pandemia sarà superata”. “Il Recovery Plan – sottolinea – avrà un impatto sull’Italia per i prossimi 6-7 anni con una quota di investimenti pari a 30 miliardi l’anno ma gli effetti non si sentiranno subito“.

“Nella fase finale del precedente governo, le parti sociali, sindacati e associazioni imprenditoriali avevano cominciato a confrontarsi e a cercare soluzioni su ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro. Credo – afferma Epifani – che quella strada vada ripresa: è bene che su questi temi ci sia un dialogo tra le parti sociali. Poi il governo metterà mano alla parte di sua competenza”.

“Intanto – ricorda – ci sono grandi crisi industriali da risolvere come Alitalia, ex Ilva, Whirlpool, poi occorre tenere presente che quando si parla di formazione, si parla di una competenza che è delle Regioni. Quindi un ruolo di coordinamento importante può essere svolto dalla Conferenza delle regioni”.

C’è anche l’Anpal che potrebbe svolgere un ruolo importante, ma non con questa gestione. “Uno strumento pubblico che c’è – ammette Epifani – ma di cui andrebbe rivista la gestione e di cui andrebbe riformulata la missione, e che dovrebbe prima di tutto risolvere i problemi interni di organici e di precariato”, conclude.