Stop ai populismi, qui ci vuole un progetto

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Intervista a Il Mattino del 26 febbraio 2016 a Fulvio Scarlata

Di fronte ad un degrado sociale così forte, de Magistris spinge alla semplificazione. Il Pd è l’unico a poter dare risposte razionali e di lungo periodo, ma, come dimostra il sondaggio, deve meritarsi Napoli. Però chiariamo subito un dato, il sondaggio pubblicato dal Mattino è prematuro per avere indicazioni chiare.

Perché?

Troppo presto. Ci sono schieramenti dei quali ancora non si conosce il candidato a sindaco, come il Pd e i 5Stelle. Il sindaco è certo e gode dei vantaggi di questa posizione in mezzo all’incertezza degli altri due grandi schieramenti. In condizioni analoghe a Roma e Milano non si sono fatti i sondaggi perché si corre il rischio di non interpretare correttamente il voto dei cittadini.

Vale anche per le primarie del centrosinistra?

A maggior ragione,  basta tenere presente che Marco Sarracino, colo con le firme che gli hanno consentito di presentare la sua candidatura, avrebbe percentuali maggiori.

Anche valutando con circospezione il sondaggio del Mattino, è evidente che de Magistris gode di un consenso superiore alle aspettative anche in presenza di un giudizio molto critico sul suo operato. Come si interpreta questo dato?

Di certo i primi anni di sindacato non sono stati positivi, si coglieva il distacco con la città. Poi ha provato a ricucire gli strappi. Il fatto è che Napoli non ha bisogno di un modesto tran tran, ma di un radicale cambiamento perché le emergenze sono tante: il degrado delle periferie, i trasporti, l’occupazione, il degrado sociale. C’è bisogno di rilancio per Napoli più forte e con una prospettiva più a lungo termine. Invece si registrano errori clamorosi di de Magistris, come quando dice che Napoli è una città derenzizzata.

Perché?

Perché è interesse di Napoli il contrario, cioè che ogni giorno la città sia al centro dell’agenda del Governo. Il sindaco dovrebbe chiedere a Renzi di venire qui ogni giorno, non di non occuparsi di Napoli. Per questo ritengo che il Pd sia la guida migliore per la città, perché può creare un sistema con la guida della regione e del governo.

Il Pd e il centrosinistra, tuttavia, non è tagliato via, almeno dal ballottaggio.

Io non dare per scomparso neanche il movimento5stelle. Vedo una contesa ravvicinata tra le principali forze politiche, non solo a Napoli, ma anche a Roma e Milano, con schieramenti diversi.

Si interpreta il vantaggio di de Magistris come la vittoria del populismo.

De Magistris rappresenta la spinta credere alla semplificazione più che a un progetto razionale e coerente. Il degrado sociale, a cominciare dalla disoccupazione giovanile, il malessere di fondo,  deve invece essere raccolto e indirizzato in una capacità amministrativa che si coniughi con un disegno più alto e di più ampio respiro. La primavera dei sindaci aveva questo segno.

Si riferisce a Bassolino?

Anche. Qui invece l’Amministrazione galleggia sui problemi più di risolverli. Basta pensare a Bagnoli, che non può risolversi in un’infinita questione su responsabilità e livelli di competenza, ma deve rimettersi in moto.

C’è un problema di candidati per il Pd?

Non è quello il problema. In questi anni abbiamo avuto molte difficoltà. Il partito si è rinchiuso e diviso in tanti pezzi senza neanche un profilo di opposizione al Comune visibile. Napoli ha bisogno del Pd, ma il Pd deve meritarsi Napoli. Questa città ha un’anima di sinistra molto forte, resiste un tessuto democratico nel territorio molto significativo, sotto lo scontento ci sono risorse da motivare e mettere in campo. Le primarie sono uno strumento, se fatte bene, in modo trasparente e parlando di programmi.