Intervista Corriere della Sera – 20 luglio 2015 (Andrea Garibaldi)
Guglielmo Epifani, con Bersani uno dei «saggi» della minoranza del Partito democratico, non è d`accordo con il giovane Civati quando dice che, sulle tasse, «Renzi è Berlusconi», gli sembra un’esagerazione: «Renzi coglie un malessere forte sul prelievo fiscale in Italia, giunto al 43-44 per cento. Pressione in parte iniqua, perché grava sempre solo su chi le tasse le paga».
Anche Berlusconi coglieva quel malessere…
«Berlusconi nel 2001 promise, fra l’altro, di ridurre le aliquote a due, ma non mantenne nulla. Renzi, per essere credibile, deve passare rapidamente dell’annuncio alla proposta precisa, con coperture fondate».
La svolta fiscale di Renzi le pare liberista o di sinistra?
«In materia fiscale contano sia le scelte generali sia i dettagli. Renzi sabato non ha nominato la lotta all’evasione: noto che tutti i governi di centrosinistra hanno ridotto l’evasione e tutti i governi di centrodestra hanno diminuito la lotta».
Quali altre misure sarebbero di sinistra?
«Puntare a una maggiore equità: oggi l`Irpef soltanto dipendenti e pensionati, ma nel progetto di Renzi gli sgravi per queste categorie arrivano nell`ultimo anno di legislatura».
Renzi dovrà trovare le coperture economiche.
«La premessa del suo piano è una rinegoziazione con l’Europa. Andrà spostato il raggiungimento del pareggio di bilancio. Credo che Renzi conti sulle difficoltà della Francia, che ha un rapporto deficit/Pil attorno al 4 per cento, per permettere all’Italia di sfiorare il 3».
L’abolizione di Imu e Tasi farà mancare fondi ai Comuni.
«Tre o quattro miliardi. Per non tagliare i servizi, si dovrà dunque allentare il patto di stabilità per i Comuni, permettendo più investimenti. Riguardo alla politica industriale, vanno detassate ricerca e innovazione. Andrà poi rinnovata la riduzione dei contributi per i nuovi assunti».
Renzi conta molto sui tagli alle spese improduttive, la spending review.
«Mi pare che finora il suo governo, come quelli passati, abbia realizzato un terzo della spending review prevista, mancano ancora 6/8 miliardi. Poi ci sono altri dieci miliardi da recuperare, prima della fine dell`anno, per evitare l’aumento dell’Iva».
C`è stata discussione nel partito sulla linea resa pubblica ieri da Renzi?
«A quello che so, nessuna».