Intervento all’ottava assemblea Asia-Europe Parlamentary Partnership Meeting
Bisogna superare “gli squilibri della rappresentanza nelle istituzioni economiche finanziarie globali di Bretton Woods” e rilanciare il ruolo del G20 per un cambiamento della politica economica e della governance globale”.
Lo ha affermato il presidente della commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, Guglielmo Epifani, intervenendo questa mattina all’ottava assemblea dell’Asep, Asia-Europe Parlamentary partnership meeting, in corso a Montecitorio.
Secondo Epifani, l’Unione europea dovrebbe proporre “un’inversione delle logiche di accesso al tavolo delle decisioni globali, non organizzato ex ante – attraverso un maggiore o minore titolo di rappresentanza – ma ex post a seguito della promozione di buone pratiche di difesa dell’ambiente, del cibo, della trasparenza e tracciabilità dei prodotti, di diffusione dell’istruzione, di promozione dei diritti e delle capabilities, che potrebbero aprire una gara virtuosa e non distruttiva tra i paesi del pianeta”.
“L’obiettivo – ha spiegato Epifani – è di coordinare le iniziative a livello globale per ridurre le diseguaglianze e gli squilibri e promuovere i diritti sociali, stimolando la ripresa economica globale, con livelli di crescita più elevati e più occupazione di qualità, rafforzando al contempo le basi per una crescita di lungo termine ed evitando politiche che possano far oscillare la ripresa stessa o che promuovano una crescita a scapito di altri paesi. In sostanza, come diciamo qui in Europa, una politica di convergenza”.
Secondo Epifani bisogna dunque “riformare gradualmente il sistema di governance mondiale attraverso un rinnovamento del multilateralismo che sia più efficiente dei pur molteplici accordi bilaterali e più legittimo rispetto agli squilibri della rappresentanza nelle istituzioni economiche finanziarie globali di Bretton Woods. Noi abbiamo bisogno di accordi quadro tra le diverse aree del mondo, e dentro questi, di accordi bilaterali più specifici e flessibili”.
“La risposta alle criticità del mercato economico finanziario globale – ha proseguito Epifani – tradizionalmente si è concentrata sulla rivendicazione del diritto di voto e sulle quote. Questa legittima istanza, che richiederebbe un processo di modifica e di rinforzamento strutturale delle istituzioni esistenti e del Fondo monetario internazionale, trova, come si sa, molti ostacoli. Se ci domandiamo allora quale ruolo possa avere l’Europa nella ridefinizione della governance globale per ovviare le criticità persistenti dell’attuale modello, non corrispondente al mutato equilibrio di potere, una possibile strada da esplorare potrebbe essere quella di rinunciare alla logica della legittimazione basata su voti e quote al fine di avere accesso alle deliberazioni”.
“Si potrebbe, cioè, provare a favorire una vera e propria inversione della logica negoziale, scegliendo come criterio di valutazione quello calibrato sulla produzione dei cosiddetti beni pubblici globali, cioè quelli caratterizzati dalla non rivalità e la non escludibilità. In questa ampia classe rientrano la pace, la sicurezza, la salute, un ambiente incontaminato, il patrimonio culturale, la stabilità finanziaria, la conoscenza, l’informazione, l’equità e la giustizia”.
“La proposta – che secondo Epifani potrebbe essere sostenuta dalla mediazione europea – è quella di misurare il peso nella partecipazione alle istituzioni globali sulla base della valutazione del contributo di ciascun paese o area regionale all’incremento di queste piattaforme pubbliche globali.”