Questa mattina da Stoccolma ho lanciato a nome della Progressive Alliance, l’Alleanza internazionale dei movimenti e dei partiti progressisti, l’ appello per una campagna volta a migliorare le condizioni e la dignità del lavoro in tutto il mondo nell’epoca della globalizzazione.
Il commercio internazionale e la mobilità del capitale hanno creato crescita economica e le economie emergenti sono una promessa per molte persone in tutto il mondo.
Tuttavia, la crescita economica, i progressi tecnologici e la globalizzazione non hanno migliorato la vita di gran parte della popolazione mondiale. L’ineguaglianza è in aumento. Dobbiamo combattere la corsa al ribasso dei salari e assicurare che il lavoro dignitoso divenga la norma in tutto il mondo. Oggi la realtà mostra che siamo molto lontani dal conseguimento di questo obiettivo.
La disoccupazione è endemica in alcune aree e troppe persone sono sottoccupate o non sono retribuite per il lavoro svolto. Nei Paesi in via di sviluppo e sviluppati le persone hanno lavorato di più per un salario più basso e sempre più persone — nella stragrande maggioranza donne — sono state costrette a guadagnarsi da vivere nel cosiddetto sommerso e in lavori precari che le hanno private dei diritti fondamentali sul posto di lavoro e della protezione sociale. Solo una minoranza di lavoratori è tutelata da un accordo su salari e condizioni di lavoro: 170 milioni di bambini di età inferiore a 15 anni lavorano invece di andare a scuola e, in alcune regioni, esistono ancora la schiavitù e il lavoro forzato. La crisi ha aggravato soprattutto la situazione dei giovani sul mercato del lavoro. Soltanto un sistema internazionale basato sulla solidarietà e sul rispetto dei diritti degli individui, sancito dalle convenzioni delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) può fermare tali tendenze.
Ci appelliamo ai nostri governi perché firmino queste convenzioni, le applichino con urgenza e pongano il lavoro dignitoso al centro delle loro strategie per uno sviluppo sostenibile e del loro policy-making. Riteniamo che il lavoro dignitoso sia la chiave per sradicare le povertà, migliorare la vita delle donne e degli uomini, stabilizzare l’economia e consentire agli individui di vivere nella pace e nella dignità.
Pertanto, ci appelliamo ai responsabili politici affinché:
1) Incentrino l’attenzione sulla creazione di un’occupazione produttiva e dignitosa: riaffermino il contributo dato dai lavori di qualità alla salute dell’economia e delle comunità, ponendo in essere strategie inclusive per un’occupazione piena e produttiva, con l’integrazione dei lavoratori del cosiddetto sommerso. Perseguano politiche attive del mercato del lavoro e occupazionali che collegano l’istruzio ne e la formazione a posti di lavoro dignitosi. Investano in infrastrutture, istruzione e servizi pubblici di qualità, inclusa la care economy, al fine di migliorare il potenziale produttivo a lungo termine e di sostenere la transizione a un’economia low-carbon. Assicurino salari adeguati per vivere, attraverso la contrattazione collettiva o salari minimi dignitosi.
2) Rispettino i diritti dei lavoratori: i diritti dei lavoratori di costituire e aderire ai sindacati e di negoziare collettiva mente con i datori di lavoro sono fondamentali per realizzare un lavoro dignitoso e tutte le organizzazioni internaziona li, i governi e le imprese devono assumersi le proprie responsabilità e ottemperare alle norme internazionali, indipendentemente dal contesto economico o politico.
3) Attuino la protezione sociale per tutti: introducano la protezione sociale di base (social protection floors), come raccomandato dall’Organizzazione Internazionale del lavoro e, al tempo stesso, rafforzino e amplino i sistemi di protezione sociale esistenti assicurando l’accesso alla sicurezza sociale, alle pensioni, alle prestazioni di disoccupazione, alle prestazioni a tutela della maternità e all’assistenza sanitaria di qualità. Queste prestazioni devono essere a disposizione di tutti, anche dei lavoratori (e delle loro famiglie) nell’economia sommersa e in situazioni di lavoro precario.
4) Realizzino il potenziale del dialogo sociale: i decisori e le parti sociali devono impegnarsi per un dialogo sociale costruttivo e attuare i suoi risultati e le raccomandazioni. Come si è evidenziato in situazioni di crisi, il dialogo sociale non soltanto contribuisce alla pace sociale ma ha effetti visibili sulla stabilizzazi one dell’economia e delle comunità. I principi guida dell’agenda per un lavoro dignitoso non devono essere applicati unicamente a livello nazionale. Essi devono costituire una parte integrante delle politiche dei principali attori della governance globale economica e sociale: i meccanismi vincolanti per la promozione e l’attuazione del lavoro dignitoso, incluse le norme fondamentali del lavoro, devono essere inseriti negli accordi commerciali e la realizzazione di un lavoro dignitoso deve essere l’obiettivo delle politiche della Banca Mondiale, dell’FMI e del WTO.
Un lavoro dignitoso è la base di una vita dignitosa. Il lavoro dignitoso è la base della giustizia sociale.
Lanciamo un appello all’azione per un lavoro dignitoso in tutto il mondo.